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Bassano-Battle-Pazzia

Reduci dalla Battle di Bassano, mi piacerebbe soffermarmi su alcuni punti che mi hanno, in un certo senso, sconvolto la mente.

Innanzitutto il video, vagamente lisergico, che è stato “lanciato” come un guanto di sfida…

Adoro questo video, che suona più come una minaccia che una sfida, a partire dal numero: 66, che evoca facilmente il 666 del Nuovo Testamento, fino ad arrivare allo Shim Sham macabro, simile alla marcia dell’esercito dell’Impero di Guerre Stellari nonchè alla colonna sonora più assurda che fosse concepibile. Ma, all’interno ci troviamo anche delle vere chicche, come i piedi che fanno capolino a metà del video (un vero momento lirico), i ballerini congelati in un eterno swing-out e la telecamera che collassa a ritmo che non gli “effettacci” kitsch a manetta.

Un ironia verso un interpretazione seriosa dello swing.

Riflette perfettamente lo spirito di Swing Dance Trento, dissacrante e votato al divertimento disordinato e vitale tipico della Swing era popolata dai miei adorati “antichi”.

Veniamo alla Battle.

Io, veramente, ODIO i Nirvana (ed amo i Clash), però qua, non riuscirei ad immaginare scelta più azzeccata. Gli ansimanti “pogatori” ricoperti di sudore che si rimettono in sesto per ballare il Lindy sono entrati nella (mia) leggenda.

Ma il momento più bello è stato l’arrivo verso, credo, l’una di notte dei “tranfuga” che hanno partecipato allo spettacolo di Rovereto.

Li mi è sembrato di essere nel finale del film di Frank Capra La vita è meravigliosa.

Due immagini mi rimangono nella mente: Diego, col faccione completamente sconvolto, ricoperto di sudore come Rocky Balboa (chissà se lo ballava, il suo cognome) nel omonimo film che urlava “ce l’ho fatta a fare tutta la sequenza, ce l’ho fatta…” e questa foto, piuttosto sul osceno:

…si è fatto tempo di andare

Good Night, and Good Luck

EM

 

 

 

 

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