esattamente nella città di KunShan, molto vicina alla favolosa ShangHai, per un periodo di sei mesi di lavoro presso una filiale della mia ditta.
Per prima cosa, allo scopo di essere indipendente nei miei spostamenti, mi sono comperato una bicicletta:
una bici rigorosamente tradizionale cinese, quella dell’epoca di Mao, per intenderci, che sortiva il plauso di tutti gli amici cinesi che incontravo nel mio tragitto casa-lavoro.
Poi è stata la volta di un bellissimo appartamento al settimo piano (fortunato, di piani ne aveva 30):
che bel salottino vero? Ma il rosa sul muro è opera mia che odio le case tutte bianche.
Terza cosa è stato prendere contatto con i Lindy hoppers di ShangHai, cioè l’associazione ShangHai Swings per organizzarmi i miei fine settimana di ballo.
Ora, uno potrebbe pensare che in una città di 25 milioni di abitanti ci fossero tantissimi ballerini di Lindy ed un sacco di scuole, e si sbaglierebbe perchè se questo è valido oggi dopo 6 anni, non lo era assolutamente nel 2014. Infatti la scuola era solo quella che ho trovato e i ballerini erano circa 25 più o meno.
Pechino aveva una grande scena swing, non ShangHai.
Ero passato da un inizio ad un altro.
La scuola ShangHai Swings era condotta con pugno di ferro dalla grande Orchid Bae, col tempo diventata amica:
che dire di lei…che insegnava bene ma veramente bene. Era molto precisa e attenta al dettaglio, leader/follower allo stesso tempo, agli inizi mi aveva anche chiesto se volevo aprire una succursale della sua scuola a KunShan ma ho preferito declinare per via del fatto che avevo fifa di averla come capo o avere guai con la Triade e trovarmi sgozzato su di un container di involtini primavera.
Solitamente ci si incontrava per ballare nel locale di proprietà di un tipo neozelandese nel centro di ShangHai che si chiamava G&G dove si poteva anche mangiare una pizza o una bistecca al prezzo dell’oro:
Li attorno si stava creando, piano piano, una comunità veramente internazionale che gravitava attorno al mondo del Lindy Hop e nella quale mi sentivo straordinariamente a mio agio, tutti i fine settimana prendevo il mio super-treno (300 km/k) ed in 20 minuti ero nel centro di ShangHai ed in altri 20-30 minuti ero tra i primi ad inaugurare le danze con Orchid, stavamo diventando un riferimento e i minicorsi (si, c’erano anche li) li facevamo io e lei.
Sembrava un po’ di essere nel Greenwich Village degli anni ’40 con personaggi quali l’intelletuale americano, di cui non ricordo il nome:
Un miliardario cinese che ho, poi, anche incontrato a Milano che, in pratica, non faceva una mazza e viveva alla grande in giro per il mondo. Siamo diventati assidui:
ma non ci siamo fatti mancare questa danzatrice moderna francese:
quindi, aggiungete quaranta gradi di temperatura con un umidità del novanta percento, musica e parole ed ecco che la scena è completa, ah! si, ci sono anche io:
Ma ancora più belli erano i balli nei parchi della città, momenti estemporanei nei quali uscivamo dai club per mischiarci alla gente, incuriosita da quel nuovo tipo di ballo:
Ed è stato li che ho incontrato il grande Amore della mia vita:
appena l’ho vista, che ci osservava e ballava al ritmo della nostra musica Swing, ho subito chiesto ad uno dei ballerini cinesi di farmi da traduttore. Voi sapete quanto sia intrippato delle storie umane della Seconda Guerra Mondiale e delle storie dove ci sono i soldati giapponesi, insomma risultava che la Lady aveva 94 anni, fantastico! Se era alta un metro e cinquanta era tanto.
Allora le ho fatto la fatidica domanda, cioè se si ricordava dei soldati giapponesi in Cina (l’armata del Kwantung n.d.r.). E lì dopo avere tradotto, il mio interprete l’ho visto irrigidirsi come in un segno di estremo rispetto, facendomi: “la Signora è un eroe dell’Esercito Popolare cinese (quelli di Mao, per intenderci), ha partecipato alla liberazione di ShangHai nel 1945 e lei sola ha ucciso 25 soldati giapponesi in combattimento”.
A quel punto avrebbero potuto raccogliermi con il cucchiaino, la Storia entrava in me con un grande SLAM!
Volevo sposarla in seduta stante, però non so se i matrimoni misti sono consentiti in Cina…solo oggi mi rammarico di non avere fatto più domande ma così è stato.
Per ultimo, la festa di Natale, poco prima della mia definitiva partenza dalla Cina, bellissima e alcoolica con la ShangHai Big Band:
Ultima nota, non c’è niente di divertente nell’ammazzare la gente ma l’Esercito Imperiale giapponese in Cina ne fece di cotte e di crude per cui la cosa è comprensibile, leggete su Internet e trovato un campionario di orrori vastissimo.
Rimane il ricordo di come il Lindy Hop mi abbia permesso di conoscere un sacco di gente che, poi, ho ancora incontrato sia a Budapest che a Milano anche ora che le scuole di Lindy a ShangHai sono quattro o cinque con un sacco di ballerini e che alcuni dei ragazzi che stavano imparando con me sono insegnanti internazionali…
Good Bye, and Good Luck!
E.M.
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