intanto voglio precisare ad alcune persone che mi hanno chiesto perchè parli degli anni ’30 e ’40 come se ci fossi vissuto, che si tratta di un semplice trapasso spazio-temporale. Una cosa abbastanza banale se si trova una delle “porte” che permettono una sorta di viaggio nel tempo.
Per prima cosa una porta può trovarsi dappertutto, può essere, appunto, una porta di casa (ma è raro), o qualsiasi altro oggetto circoscritto, come un anello, ma in questo caso è inutilizzabile dall’essere umano per via delle dimensioni, una zanzara però potrebbe averne beneficio.
Nel mio caso, non so se sono stato fortunato o meno, si è trattato dell’asse del water di casa mia, si, un giorno del 1941 (dicembre, lo ricordo ancora, poco prima di Pearl Harbor) sono scivolato infilandomi dritto attraverso l’asse. Non so ancora adesso come ho fatto.
Eccolo:
Mi sono, quindi, ritrovato in Italia (spazio) nel 2014 (tempo), avevo dimenticato l’inglese e parlavo perfettamente l’italiano ( io che all’epoca gli italiani li chiamavo wop o macaroni). Unica controindicazione era che invece di 21 anni ne avevo 50 ma vabbè…
Finita questa premessa possiamo passare al Netflix dei nostri tempi:
Si chiama Panoram, veniva prodotto dalla Mills Novelty di Chicago e si trattava di un visual-jukebox, cioè di un jukebox che invece di riprodurre dischi, quelli c’erano già da un sacco di tempo, proiettava filmati, generalmente musicali.
Roba come questa:
Come vedete il filmato presentava degli aspetti più osèè che non ciò che si poteva vedere al cinema, probabilmente il Codice Hays si occupava meno dei soundies. Cosa erano i soundies? erano brevi filmati della durata, in genere, di una canzone, dove si poteva vedere una scenetta chessò, di ballo o comica o una big band che suonava ecc…
In genere si trattava di gruppi musicali minori come Art Kassel fino a entourage tipo Duke Ellington o Cab Calloway. Non mancava la scelta, per dirla tutta.
Tipico soundie, con Duke Ellington ma anche un super Frankie Manning, Al Minns, Norma Miller che ballano Lindy:
Lo strumento in se era semplice, in proiettore 16mm (formato usato talvolta ancora oggi per filmati professionali meno importanti) ed una bobina con il filmato, quindi ogni visual jukebox poteva proiettare, per 10 cents, sempre lo stesso filmato.
Si potevano trovare, come i regolari jukebox, all’interno di locali, alberghi, sale da ballo.
Entrarono in commercio nel 1939, nei primi anni ’50 erano già caduti in disuso causa l’avvento della televisione.
Godetevi, ora, questo ultimo soundie:
Ah, dimenticavo, per tornare agli anni ’40 (non so quale di preciso, c’è una certa dissincronia) posso utilizzare l’asse di casa mia nel futuro (2020), sono stato doppiamente fortunato…
Have it nice!
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